[Quest] una strana richiesta

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    هی! بیدار شو!.
    Ehi!Forza in piedi!


    Fu una leggera serie di spintoni e calci a svegliare il giovane Aeon. Un paio di uomini molto muscolosi e dalla carnagione color caramello lo fecero alzare. I suoi muscoli erano debilitati e stanchi e se si sarebbe visto allo specchio avrebbe notato come il suo corpo aveva chiaramente perso liquidi e anche massa muscolare.
    La prima cosa che avrebbe potuto notare ,oltre alla strana stanza in cemento scuro e alla manetta in acciaio che gli bloccava la caviglia sinistra, sarebbe stato il caldo... un caldo così intenso da essere quasi infernale.

    برد برده!
    Alzati schiavo!


    L'uomo davanti a lui lo spinse violentemente contro il muro mentre quelle che sembravano due guardie lo bloccaronò in modo da impedirgli ogni forma di ribellione.

    شما می توانید بروید به نظر من ستاره ای عالی برای تماشاگران من!
    si potrà andare! mi sembra un ottimo antipasto per i miei spettatori!

    Disse mentre con le mani iniziò ad ispezionare da cima a fondo ogni muscolo del ragazzo, palpandone in maniera energetica alcune parti come gambe e braccia.
    Gli alzò la faccia in modo da guardarlo dritto negl'occhi e dopo qualche secondo sorrise.

    Ora tu mi appartieni effendi

    E detto ciò uscì dallo stanzone insieme alle guardie. Aeon era ancora una volta in una situazione critica e aveva davvero poco tempo per capire cosa fare.
    Come si sarebbe comportato il ragazzo?

    //iniziamo! Allora sei in una situazione molto brutta, a breve ti manderò istruzioni su come proseguire il post. Per il resto sei libero di fare tutto quello che vuoi. //
     
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    Tump!
    Un pessimo momento perchè i suoi muscoli acquisissero nuovamente sensibilità: avvertì il suo fianco sinistro toccare il suolo e avvertì chiaramente un calcio vibrato al suo busto. La sveglia peggiore che il suo corpo avesse potuto sopportare, complice i fasci che il ragazzo sentiva flaccidi e intorpiditi, forse dalla misteriosa puntura che i suoi assalitori gli avevano riservato. I suoi ricordi erano ancora nebulosi, tutto quello che ricordava erano delle scimitarre saettare nel buio e un ago che, a grande velocità, gli perforò il collo rendendolo inerme.
    Nngh...
    Non appena i due carcerieri si resero conto che Sano aveva ripreso i sensi, lo sollevarono di peso e lo costrinsero ad alzarsi in piedi. Non appena lasciarono la presa e lo fecero ricadere al suolo, il manipolatore di fiamme fu costretto a combattere con tutte le sue forze per poter restare in piedi e non cedere sotto il proprio peso. Si sentiva come se avesse perso ogni energia. Ogni fibra del suo corpo formicolava a causa dell'intorpidimento. Scosse la testa nel tentativo di acquisire nuovamente un minimo di cognizione dell'ambiente circostante. Appena cercò di muovere un passo, si rese conto che la sua caviglia era bloccata da una morsa saldata ad una catena. Il suo busto era avvolto da altrettante catene che gli impedivano qualsiasi movimento. La stanza che lo circondava era spoglia di ogni tipologia di arredamento. Non sapeva che cosa fosse successo, il calore gli impediva qualsiasi tipo di ragionamento.
    Mgh... Come...?
    Non capiva come fosse possibile, in Antartide non sarebbe stato in grado di provare un calore del genere e nella stanza non sembravano esserci fonti di riscaldamento, almeno a prima vista. Il sudore grondava dal volto, rigò le guance e cadde a terra sotto forma di piccole e copiose gocce trasparenti. Avrebbe dato tutto per un sorso d'acqua fredda. Scoccò un'occhiata di sbieco agli individui che gli avevano donato quel brusco risveglio: chi lo circondava erano degli uomini dalla carnagione scura.
    Chi...Chi siete? Dove mi trovo?
    Non ricevette alcuna risposta, tutto quello che accadde fu che una persona lo spinse contro il muro, approfittando della sua condizione di inabilità. Appena la sua schiena impattò contro il muro altri due individui, probabilmente delle guardie, si avventarono su di lui e gli bloccarono gambe e braccia. Qualunque movimento tentasse di fare, non sarebbe stato in grado di opporsi alla forza nemica. Quelle persone stavano confabulando in una lingua che non conosceva. Forse arabo? Poco importava, non sarebbe stato in grado di discernere una singola parola.
    Non... Vi azzardate a toccarmi!
    Ringhiò, imbestialito. Provò a spezzare gli anelli, provò anche a richiamare a sè il potere delle fiamme. Le scintille color indaco si insinuarono tra gli interstizi come serpenti, ma appena cercarono di forzare gli incastri si dissiparono come vapore sotto gli occhi sgranati e sorpresi dell'albino. Quegli arnesi sembravano non subire danno dalle fiamme. Che fossero resistenti all'ultima volontà? Oppure era semplicemente lui troppo indebolito per poter fare qualunque cosa.
    Maledetti bastardi! Maledetti bastardi!
    Come un animale ferito, provò a dimenarsi ma senza successo, dovendosi arrendere ad essere tastato ed esaminato come un semplice oggetto che si comprerebbe al mercato. Proprio come un oggetto, l'uomo che gli stava davanti dichiarò che il mafioso ora gli apparteneva. Ancora una volta si era ritrovato di fronte ad un individuo che voleva sfruttarlo come un oggetto. Come se Ookami non fosse bastato, anche il suo pianeta natale gli aveva riservato il medesimo trattamento. Se solo fosse stato nel pieno delle forze, non avrebbe permesso tale trattamento. L'avrebbero pagata cara, ma fino a quell'agognato momento sarebbe appartenuto a quell'individuo. Deluso e rassegnato, ma con una rabbia fumigante che si stava impadronendo di lui, si limitò ad abbassare la testa. Un segno che l'uomo avrebbe potuto prendere come di assenso.
    E ora...? Cosa avete intenzione di fare?
    Prima che potesse domandare qualsiasi altra cosa, le guardie lo allontanarono dal muro e o liberarono della catena che aveva attaccata ai piedi. Disperato, cercò di approfittare di quell'occasione: forse non poteva sfruttare le fiamme, ma parte della sua forza era tornata. Scalciando sul terreno, cercò di balzare verso una delle guardie e, con un semplice moto rotatorio sull'asse orizzontale e un'estensione della gamba destra verso l'esterno, cercò di sferrare un calcio ruotato sul nemico. A questi bastò un semplice moto del braccio per bloccarlo, mentre, avventando l'altro sulla faccia dell'albino, lo sbattè a terra e lo bloccò.
    STONF!
    GUAH!
    Lamentò il ragazzo. Qualunque cosa cercasse di fare, non avrebbe funzionato. Era costretto a seguire gli ordini. Gli uomini lo alzarono e, subito dopo, gli infilarono un collare. Preferiva non sapere cosa fosse in grado di fare quella roba, ma aveva una vaga idea di cosa sarebbe potuto succedere. Le guardie seguirono il loro capo e lo trasportarono verso quello che sembrò un vero e proprio vagone ferroviario. Come prima, senza che potesse ribattere, il giovane venne scaraventato all'interno ancora incatenato.
    Rotolò e sbattè con la schiena al muro, di nuovo disteso a terra. La porta si chiuse davanti a lui. Se il giorno prima sarebbe potuto andare peggio, ammesso che fosse passato solo un giorno, quello odierno non sarebbe potuto peggiorare ulteriormente. O così credeva.
     
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    Nel momento in cui venne scaraventato nel vagone il ragazzo ebbe modo di vedere le sagome di altri individui che proprio come lui erano stati ridotti a nient'altro che l'ombra di ciò che veramente erano un tempo. I loro corpi erano stati privati di ogni vestito superfluo in modo da permettere di vedere ai loro compratori ogni singolo fibra del loro scheletrico corpo, Tutti erano liberi di muoversi come meglio credevano ma nei loro occhi sembrava esserci la consapevolezza che ogni loro azione sarebbe stata inutile.
    Nel vedere il ragazzo entrare un'uomo dalla carnagione scura come la notte si apprestò ad aiutarlo facendolo sedere sulla fredda panchina di ferro che era stata disposta sul lato del vagone.

    Hmm nuovo della competizione immagino eh? C'è ne un'altro come te è arrivato da poco anche lui.

    E fece segno indicando una ragazza dalle caratteristiche asiatiche visibilmente denutrita e stanca, proprio come lui.

    Suppongo non siate stati fortunati abbastanza da essere ritenuti dei "partecipanti regolari" eh? Ad ogni modo io sono Nathan anche se ora il mio nome è MurderFace... non il miglior nome sulla faccia della terra ma che ci vuoi fare giusto?

    Fece dando una pacca amichevole sulla spalla del ragazzo

    Suppongo tu abbia parecchie domande eh? Prima tra tutte dove ti trovi e quanto tempo è passato da quanto ti hanno preso e sopratutto perchè giusto?

    Si alzò in piedi cercando di mantenersi in equilibrio visto la velocità che il treno aveva guadagnato alla sua partenza e si diresse verso la ragazza dai capelli rossi seduta a pochi mentri di distanza da loro

    Ehi ti conviene ascoltare ragazza... tra poco saremo arrivati a destinazione

    Da qualche parte nel buio fu possibile sentire un lamento di noia da alcuni individui ma MurderFace non sembrò darci particolarmente peso e continuò a parlare.

    Secondo la prassi siete stati "addormentati" per almeno una settimana in modo che il vostro corpo potesse arrivare ad una forma tale in cui possiate essere sottomessi senza troppa fatica e la cosa rimarrà così fino a quando non passerete a diventare le star dello show o come li chiamano loro "I regolari".

    Una voce fu udibile dalle profondità della carozza, una voce particolarmente stanca ma allo stesso tempo ancora piena di vitalità.

    Certo perchè diventare regolari è facile vero imbecille?

    L'uomo si congelo per un secondo mentre la sua voce divenne leggermente più debole e con fare nervoso e quasi passivo rispose a quella affermazione

    N-Non sto dicendo questo RedRose però

    Non dare false speranze a questi idioti MurderFace e digli come sono finiti in questo buco di cesso chiamato Iran ok?

    La voce si rivelo essere di una donna leggermente più in salute rispetto alla massa, i capelli biondi e gli occhi azzurri erano l'unica cosa ancora preservata e ben curata del suo corpo pieno di lividi e cicatrici.
    Con fare stanco si alzò e si avvicino al gruppetto e, sputando a terra, continuò il discorso

    Ascoltatemi idioti qua si combatte fino alla morte per far venire il cazzo duro ad un gruppetto di vecchietti pieni di soldi. Vi faranno sputare e cagare sangue a forza di pugni e calci intesi? Ora avrete due scelte nel merito o morire velocemente o cercare di sopravvivere fino a quando non sarete più utilizzabili...

    Chiuse gli occhi facendo segno di fare silenzio

    E ora silenzio e al vostro posto... siamo arrivati! Benvenuti nell'arena Hahahahah



    // La quest inizia adesso! Siete liberi di fare ciò che volete all'interno del vagone, potete interagire tra di voi come meglio credete o non pensarvi minimanete. L'unica richiesta che vi faccio e di concludere il post con la porta del vagone che si apre e di non proseguire ulteriormente, se avete delle domande che volete sottoporre agli npc mandatemele pure in privato; per il resto buon divertimento! //

    Edited by † Tepes 11° † - 24/4/2019, 13:38
     
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    Dopo essere rovinosamente rotolato dall'altro lato del vagone, fece fatica a rendersi conto di dove si trovasse: il mondo girò attorno a lui per alcuni istanti, le figure dinanzi ai suoi occhi apparivano deformate e sfocate. Scosse la testa e chiuse le palpebre, cercando di riorganizzare le idee e riprendersi dallo shock.
    Uhn...
    Appena riuscì a distinguere maggiormente le sagome degli altri prigionieri, notò che la maggioranza aveva i vestiti sdruciti e strappati, come se i carcerieri volessero mettere ben in mostra l'esile fisico dei loro schiavi. Pelle provata, muscolatura ridotta all'osso nel senso più letterale del termine. Non che per il ragazzo cambiasse poi molto, ma anche lui provava fatica anche solo a dover sorreggere il proprio peso. Dove era finito? Nel pieno di queste domande, un individuo dalla carnagione scura gli si avvicinò e lo aiutò ad alzarsi. Tremò per un attimo appena la mano dell'omaccione lo afferrò, come se rifuggisse il contatto fisico. Tuttavia, essendo senza forze, si costrinse a lasciarlo fare. Venne appoggiato con strana delicatezza sulla panchina di metallo, il cui freddo contatto fece risalire un brivido freddo lungo tutta la sua schiena. Si voltò a guardare l'individuo con degli occhi al limite del vitreo.
    Nathan detto "Murder...Face"?
    Appuntò con un tono di voce fortemente provato dalla stanchezza, prima di abbassare la testa posare gli occhi al suolo: il solo ruotare il collo lo stava provando profondamente. Quindi qualcuno identificava la gente per titoli. Prima che potesse chiedere ulteriori delucidazioni, il tizio proseguì e gli tirò una pacca sulla spalla. L'impatto fu tale da sbilanciare il ragazzo per un istante e far tremare tutte le ossa.
    Ack! P-piano, dannazione!
    Esclamò, lasciandosi andare anche in un colpo di tosse. Ruotò poi la testa verso il nuovo, anzi la nuova arrivata. Una donna chiaramente. La cosa peggiore che potesse capitare al ragazzo dai capelli bianchi. Storse le labbra e, alzandosi a fatica, cercò di avvicinarsi alla nuova arrivata, seguendo Murderface. Non proferì parola. Appena questo finì, esalando un sospiro visibilmente scocciato e provato tese la mano ad Eiri.
    Vedo... Che anche lei è una nuova arrivata, esemplare di umano differente dal sesso maschile, distinguibile per la mancanza di attributi genitali ad altezza inguine e dotata di rigonfiamenti ad altezza petto che-SLAP!
    Prima che potesse finire, la mano che aveva proteso verso la rossa si alzò assieme all'altra e volò verso la guancia del manipolatore di fiamme, autoinfliggendosi un sonoro schiaffo. Con il segno ancora visibile nel volto con un alone arrossato, scosse la testa e tese nuovamente l'arto apparentemente più lucido e indifferente.
    Mi chiamo Aeon.
    Qualora la ragazza avesse anche solo avvicinato la mano per sfiorare la sua, l'albino sarebbe stato percorso da un violento brivido. Tremante, si sarebbe poi seduto accanto alla ragazza, mantenendo sempre almeno un metro di distanza. Esalò un sospiro paziente, mentre, nervoso, si strofinò la mano sugli stracci che aveva indosso. Un gesto nevrastenico ma dettato unicamente dalla sua bizzarra psicosi verso le donne.
    Vado... Dritto al punto.
    Stanco e più provato di quando era arrivato lì. Sentiva che la nausea stava progressivamente aumentando e scosse la testa, cercando di reprimere la sensazione. In compenso la pelle stava assumendo progressivamente un preoccupante pigmento verde.
    Spero che non ci intralceremo in quanto... N-nuovi arriva...Ugh...Ti...
    La loro conversazione venne tuttavia interrotta dall'arrivo in scena di una quarta persona, un'altra donna con disgusto dell'albino. Si chiese se non fosse finito in un vagone in prevalenza femminile. Redrose, questo il nome dell'individuo.
    E una... Come lei lo è?
    Con sommo disprezzo, scosse la testa. La rabbia per quelle asserzioni fu tale da annullare la nausea che fino a quel momento aveva provato. Nel frattempo il vagone si arrestò, lasciando il tempo libero agli altri di uscire.
    Non sono interessato a diventare "regolare"... Devo uscire di qui e vendicarmi di chi mi ha portato in questa topaia! Ad ogni costo!
    Ringhiò, con un'altra persona da aggiungere alla lista. Non sarebbe stato facile, ma era una promessa anche se avesse dovuto distruggere tutto quanto: non aveva tempo per quei giochetti di potenti. Aveva visto cose ben diverse e peggiori di ambienti come quello dell'Arena, nome che la donna aveva attribuito al luogo in cui erano arrivati. In quel momento, le porte si aprirono, lasciando libero ingresso ai concorrenti.
    Nathan...
    Dapprima concentrato sull'uscita, ancora seduto, si voltò con volto stranamente serafico e con un tono di voce inebriato, quasi folle, dirottò la propria attenzione verso il gigante scuro. Si guardò per un istante la mano con cui aveva stretto quella della rossa.
    Se entro domani non mi sono lavato la mano, tagliamela.
    E con la sua solita, pacata indifferenza fece per rimanere in silenzio con gli altri prigionieri non prima di aver scoccato un'occhiata agli altri tre astanti.
     
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  5. ZenSim
     
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    Sognò di essere in Cina. L’alto palazzo dove “lavorava” il nonno. La vetrata che dava sulla città. Persone dai volti indefiniti. Mamma. Papà. Buio. Poi d’improvviso luce, poca luce e un cattivissimo odore di sporco e sudore. L’impatto con il pavimento su incredibilmente doloroso, avrebbe voluto parlare ma uscì solo un rantolo d’altronde come faceva a parlare se anche i pensieri facevano fatica a restare integri. Non riusciva neanche a pensare e a stento percepì la porta chiudersi alle sue spalle, un gesto istintivo la portò a colpire il ferro con un piede ma scoprì presto che gran parte della sua forza se n’era andata. Non riuscì ad imprecare e dopo aver sbuffato via una nuvoletta di polvere si trascinò verso un posto a sedere, qualcun osi spostò per farle spazio, poco importava. Si sedette e provò a riordinare i pensieri, qualcuno l’aveva rapita.
    Si quel tizio arabo

    Quel figlio di puttana

    E ora? Che cosa la attendeva? Poi si ricordò: combattimenti e scimmie che davano spettacolo. Strinse i denti e, per quanto possibile, i pugni. Decisamente il colpo l’aveva sentito quel corpo era tanto debole che a stento lo riconosceva come proprio, in quelle condizioni non poteva di certo andarsene tanto più che il treno si era messo in movimento e solo l’idea di saltare giù in quelle condizioni la fece rabbrividire.
    Si rassegnò così ad aspettare che il viaggio terminasse, in silenzio, meditando su come riappropriarsi delle sue cose e farla pagare ai suoi aguzzini, perché l’avrebbero pagata. Man mano che il tempo passava Eiri ritornava sempre un po di più in sé e con “lei” anche una paura che all’inizio non aveva considerato ma che l’inconscio tramite quel sogno sembrava averle voluto dare un avvertimento. Se Nàntuàn avesse saputo che non era in America, non poteva permettersi di sparire così di punto in bianco senza dare notizie di se. La rabbia cominciò a ribollire dentro di lei

    Anni persi per questa stronzata! Non posso accettarlo!!


    Strinse di nuovo le mani sul sedile fino a che non cominciarono a farle male, poi qualcosa accadde. Il portone dal quale era stata gentilmente invitata ad entrare si spalancò e sotto lo sguardo attento della ragazza un giovane che doveva avere più o meno la sua età venne scaraventato all’interno e la porta richiusa. Il ragazzo era molto alto e particolarmente magro, da come arrancava nel tentativo di arrivare ad un posto a sedere doveva aver subito qualcosa di simile a quello che le era capitato. Un uomo di colore si alzò per aiutare il nuovo arrivato che dopo qualche istante sembrò ritrovare forze sufficienti per cavarsela da solo. I due si mossero verso di lei e una volta vicino il nuovo fece una cosa piuttosto particolare dato il contesto e l’assoluto silenzio che aveva regnato fino a quale momento: le rivolse la parola.
    Eiri ascoltò stranita le parole dell’uomo, al suo citare genitali e “rigonfiature” sul petto la ragazza alzò un sopracciglio vistosamente innervosita salvo poi far scomparire il nervoso dal suo volto quando il nuovo arrivato cominciò a schiaffeggiarsi da solo. Era facile immaginare quindi che quando questi allungò la mano per presentarsi come Aeon la prima cosa che le passò per la testa fu

    Che cazzo…

    Eiri scosse la testa per ritornare in se, fissò qualche secondo la mano tesa davanti a lei. Poi la strinse con forza e disse

    Eiri piacere, si ho le tette

    Nonappena la mano della giovane strinse l’esile mano dell’uomo questi cominciò a tossire e a sentirsi visibilmente male. Tossiva e pian piano cominciava piegarsi verso il basso mentre con la mano libera tentata di soffocare la tosse e i conati, Eiri nel vedere questa scena tolse subito la mano

    Stai ben

    Ma appena la mano dell’uomo fu libera Aeon sembrò sentirsi improvvisamente meglio e, anche se verdognolo in volto, prese posto accanto a lei mentre l’uomo di colore che fino a pochi istanti prima si stava guardando intorno nervosamente prese posto poco più in la. Dopo qualche istante Aeon ruppe nuovamente il silenzio proponendo ad Eiri di “non intralciarsi” segno che sapeva anche lui dei combattimenti e soprattutto pericoloso segnale della possibile rassegnazione di quest’ultimo ad una vita da fenomeno da baraccone.

    Dì ma non penserai di

    Ma non riuscì a terminare la frase perché una donna bionda face la sua comparse sulla scena, decisamente doveva essere una sorta di capo per questa banda di disperarti visto che l’omone di colore cominciò a balbettare mentre molti degli altri presenti distolsero immediatamente lo sguardo. La donna, Redrose, attaccò una filippica su come la loro vista fosse giunta ad un capolinea, di come non gli rimaneva altro da fare che combattere e morire

    Bla bla

    Pensò Eiri mentre un sorrisetto nervoso le si stampo in faccia mutando presto in una risatina isterica malamente soffocata dalla mano premuta contro le labbra

    Quante stronzate


    Disse infine a voce bassa ma in modo che più o meno tutti i vicini potessero sentirla. Sorprendentemente anche Aeon non sembrava aver gradito il discorso della donna che visibilmente alterata sbottò

    Avete qualcosa da ridire??

    Eiri finalmente alzò lo sguardo incrociando quello della donna, sospirò

    Ho detto che stai dicendo stronzate. S-T-R-O-NZATE

    Scandì bene le prime lettere della parola come si fa quando si vuol far capire qualcosa ad un bambino

    Anche Leon qui lo ha capito!
    Benvenuti nell’arena! Lotterete per dei vecchi!! Bla bla bla! Resterete qui fino a quando sarà la vostra ora! Io non resto qui un minuto più del necessario bella mia. Non mi rassegnerò ad una vita da scimmia da circo come avete fatto voi poveri sfigati, e posso assicurarti che una volta che avrò messo le mani su qualsiasi cosa anche vagamente contundente per quel pezzo di stronzo che mi ha portato qui cacare sangue sarà il problema minore.


    Avrebbe continuato a vomitare ancora la sua rabbia sulla bionda quando le porte poco dietro di loro si spalancarono riportando il silenzio nel vagone.

    OT/ nome volutamente sbagliato /OT
     
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    le porte si spalancarono e la luce fu così accecante da costringere tutti i presenti a sbarrare gl'occhi o ad emettere alcuni mugugni di dolore e fastidio. Davanti a loro una serie di guardie pesantemente armate indossavano un'armatura nera come la notte e spessa almeno un paio di centimetri erano intenti a fissare dal loro elmo mortifero ed intimidatorio i poveri e malnutriti individui all'interno del vagone, vedendoli con più attenzione i passeggeri potettero notare non solo l'enorme simbolo di un lupo intento a sbranare una bambina sul loro petto ma anche le pesanti mitragliatri pronte a fare fuoco in qualsiasi momento.



    Sono la brigata del lupo... Mercenari che svolgono ogni tipo di attività, ultimamente sembra che abbiano deciso di lavorare come guardie per questo posto... fate quello che vi dicono o finirà male per tutti quanti i presenti intesi?

    Con quelle parole, dette quasi con tono inpercettibile, RedRose tentò di fermare i due dal provare qualsiasi mossa stupida e avventata e di evitare sia loro che tutti gl'altri un viaggio di sola andata verso l'inferno.
    Il plotone nel frattempo dopo aver completato la loro ispezione formarono un corridoio ed una voce metallica disse ai passeggeri del vagone di scendere da quest'ultimo in fila indiana e di raggiungere velocemente l'enorme portone di ferro che si trovava ad un centinaio di metri da loro.
    E mentre Aeon e Eiri videro i loro "Sempai" alzarsi e seguire l'enorme fila umana che si era formata; ai due venne intimato da uno dei soldati di restare ai loro posti fino a nuovo comando.

    Restate tranquilli e andrà tutto bene ok?

    Disse Murderface prima di allontarsi e scomparire dietro la porta di ferro.

    Voi due... nuovi arrivati eh? Santa madonna siete peggio degli ultimi

    Uno dei soldati in armatura si piazzò davanti a loro, togliendosi l'elmo in modo da rendere la sua voce nuovamente umana e più facilmente udibile. L'uomo si rivelò essere un ragazzo di appena trent'anni, nei suoi occhi era percepibile un senso di fredezza e calma dovuto all'enorme numero di esperienze vissute ma allo stesso tempo di compassione e rimorso nei confronti dei ragazzi e di tutto ciò che lo circondava.
    La sua armatura era adornata con alcune striature in oro e anche il simbolo che portava al petto ne era dello stesso colore, una piccola targhetta riportava la scritta CP. facendo intendere che quest'ultimo era a capo dei mercenari.

    Siete l'ottava coppia in meno di una settimana... quando la finiranno di prendere persone a caso per il loro divertimento maledizione... forza seguitemi. Ryu, Sanchez, Smith con me! il resto di pattuglia sul perimetro!

    Dopo aver dato gli ordini fece segno ai prigionieri di seguirli e insieme al resto dei suoi uomini formarono una gabbia umana intorno ai due impedendoli in questo modo qualsiasi via di fuga.

    Cercherò di essere onesto con voi è il minimo che posso fare... a breve verrete sottoposti ad alcuni test e poi avrete il vostro battesimo del fuoco. Avete due modi per uscirvene da qui prima che quest'ultimo avvenga... fallire il test ed uscire da un sacco nero o ucciderci

    Prima di infilarsi il sacco fece un leggero occhiolino ai due senza farsi guardare dai sottoposti e continuò

    Sarebbe davvero strano se "moriste" durante i test attitudinali dopotutto siete qui perchè sapete sparare raggi laser e altre robe strane no?


    //Se avete delle domande ponetemele pure tramite pm, per il resto avete ancora una volta completa libertà di descrizione//
     
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    Nel momento in cui le porte si aprirono, un'ondata di luce attraversò i presenti costringendo tutti quanti, Aeon compreso, a chiudere gli occhi per non rimanere accecati. Mugugnò qualcosa di incomprensibile, ma qualunque cosa si celasse oltre quella luce lo avrebbe scoperto solo in seguito. Non appena riuscì ad abituarsi maggiormente alla luce intensa, notò alcune figure stagliate di fronte a loro. Guardie ammantate di una divisa che incuteva reverenziale timore in tutti i presenti. Prima che l'albino potesse bisbigliare anche solo una frase a Murderface, la ragazza principiò con la descrizione di quegli individui.
    ...Interessante.
    Aggrottò le sopracciglia, cercando di mettere a fuoco la loro immagine. Non poteva tentare la fuga, sarebbe stato un atto futile, date le loro armi. Lui non possedeva il suo equipaggiamento, tutto gli era stato sequestrato assieme alla maggior parte del suo abituale vestiario. Scosse la testa, cercando di non pensare a come si sentisse nudo senza i suoi soliti vestiti. Abbassò lo sguardo, ad osservare le costrizioni che gli impedivano ogni movimento: come se non fosse bastato, infatti, le catene che aveva indosso stavano impedendo al ragazzo di generare qualsiasi flusso di fiamme. Non sarebbe stato capace di torcere loro nemmeno un capello in quella posizione. Schiavo era e schiavo sarebbe rimasto, almeno per un altro po'.
    Si mise in fila assieme agli altri e attese.
    Non appena l'ispezione terminò, uno dei soldati si tolse l'elmo e si posizionò di fronte al manipolatore di fiamme e ad Eiri. Entrambi erano nuovi arrivati, non c'era da meravigliarsi se una di quelle guardie lo avesse notato: l'ispezione doveva essere estremamente frequente, considerato l'apparente livello di sicurezza. Di tutta la truppa, date le decorazioni sulla sua armatura, i bordi dorati e la targhetta che portava al petto, egli doveva essere il capo.
    Mercenari...
    Mormorò senz'alterazione nella voce: la sua vita era entrata troppo spesso in contatto con quella dei mercenari, che fossero provenienti da altre dimensioni, servissero all'inferno o per uno sceicco dell'Iran. Ascoltò le sue parole, le istruzioni che gli venero fornite riguardavano alcuni test che si sarebbero svolti di lì a poco. Rimase perfettamente irto con la schiena, rigido e avulso alle parole dell'uomo, limitandosi a guardare di fronte a sè con una freddezza disarmante.
    Del resto, un lupo non si preoccupa delle pecore se non quando deve sbranarle...
    Scostò lo sguardo verso il basso, rimanendo in attesa. Gli uomini del Capobranco lo circondarono e gli impedirono qualsiasi movimento, non che fosse intentato a ribellarsi, ma comprese la necessità di cautela.
    Il nostro equipaggiamento ci verrà restituito per i test? O per gli scontri?
    L'uomo lo fissò per un istante, per poi recitare, come se fosse una prassi rispondere con quella domanda...
    Non durante i test, solo prima dei combattimenti. Del resto, tutti i contendenti hanno le vostre bizzarre capacità, qui.
    Aeon abbassò lo sguardo. Dunque tutti i contendenti erano manipolatori di fiamme, non solo loro e, come aveva pensato, pochi altri. Chiaramente la competizione prevedeva che l'utilizzo delle fiamme fosse un prerequisito.
    Quando volete.
    Perfettamente sereno, attese che gli facessero strada per cominciare quei test. Serrò la mano a pugno più volte e la rilasciò: sarebbe uscito a lì, non importava a qualunque costo ma fino ad allora sarebbe dovuto rimanere docile come un agnello in mezzo ai lupi.
     
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    L’improvviso ingresso dello squadrone in divisa scura aveva gettato il silenzio più totale all’interno della stanza tanto che le parole di Nathan benché sussurrate risuonarono quasi come fossero state urlate. Eiri sussultò nel sentirle timorosa che lo squadrone della morte avesse potuto sentirle e reagire in maniera poco carina.
    La Sicurezza che solitamente caratterizzava la ragazza era difatti scomparsa alla vista degli uomini armati, non serviva di certo conoscerli di persona per capire che quella gente era molto pericolosa. Benchè avventata la giovane non era di certo così stupida da gettarsi contro delle persone armate di mitra specialmente con addosso solo quegli stracci sbiaditi che a malapena la coprivano.

    Avessi qui il mio ombrello

    Si ritrovò a pensare per darsi, inconsciamente, coraggio.
    Poi uno degli uomini parlò togliendosi il minaccioso elmetto. La voce calma ma autoritaria apparteneva ad un uomo sulla trentina, anche abbastanza carino, si ritrovò a pensare Eiri mentre in silenzio stava ad ascoltare le parole di quello che a conti fatti doveva essere il capo di quella gente.

    Ottava coppia?

    Pensò la ragazza

    Addirittura, allora questa gente deve avere un bel giro d’affari…sti stronzi

    Mentre in sottofondo la voce del capitano continuava il suo discorso Eiri era forse più impegnata ad immaginare come avrebbe potuto farla pagare a chiunque l’avesse fatta finire li dentro vista la rabbia che le era ritornata nel ripensare a come diavolo si era fatta fregare. Dietro di lei parole come “minimo che possa fare” e “battesimo del fuoco” o ancora “fallire il test” fuoriuscivano dalle labbra dell’uomo sicuramente moniti rivolti ai due nuovi arrivati ma che vennero completamente ignorati dalla giovane troppo presa dalle sue fantasie.
    Eiri era talmente con la testa tra le nuvole che riuscì a cogliere solo le ultime parole dell’uomo che vista la totale assenza di interesse dimostrata dalla ragazzina asiatica si era concentrato più sul nuovo arrivato maschio che si era evidentemente dimostrato molto più interessato a a capire cosa succedesse li dentro.

    Eh? Cosa sono bizzarre? Quando cosa?

    Fece quindi una volta accortasi di essere stata completamente tagliata fuori dal discorso quasi a recuperare le informazioni perse. Dai due però non ricevette risposta, Aeon la fissava con uno sguardo tra il sorpreso e il disgustato mentre il capitano si era rimesso il casco e ora si era voltato verso la sua squadra.

    Va bene tenetevi i vostri segreti
     
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    L'uomo terminò la conversazione rimettendo sulla sua testa quell'elmo dall'aspetto mortifero e cupo, facendo gesto ai due di zittirsi da quel momento in poi.
    Le sue parole adesso erano dedicate soltanto ai suoi sottoposti con il quale iniziò una conversazione in quello che sembrava una lingua tutta loro, se i due avessero prestato attenzione alla loro conversazione si sarebbero resi conto di come quello strano linguaggio sembrava una mistura di lingue come il giapponese, l'italiano e il tedesco.
    La pattuglia continuò la loro discussione scortando la coppia in direzione di una porta molto simile a quella che avevano inizialmente visto, l'unica differenza è che questa era decisamente molto più sistemata e pulita ma soprattutto decorata da una scritta in led lampeggiante e da una croce rossa della stessa tipologia della scritta.

    Il reparto scientifico

    Disse la guardia dietro di loro dandogli una spintarela ed indicando la scritta, non era possibile vederlo ma dal tono di voce dell'uomo era percepibile quasi un leggero senso di paura.
    Il capitano fece segno di interrompere la marcia quando furono abbastanza vicini alla porta e diede nuove indicazioni ai suoi uomini che, velocemente e senza ulteriori parole, si piazziarono a guardia della suddetta porta.

    Da qui le nostre strade si separano, cercate di non fare stronzate così non dovrò venire a gettare altri due cadaveri nel deserto ok?

    Con passo lento si avvicino ad un lato della porta dove una piccola tastiera interattiva sembrava fare da campanello o da luchetto all'entrata.
    Inseri quelli che sembravano svariati numeri casuali ed attese qualche secondo prima che una voce meccanica interruppe il momentaneo silenzio che si era creato.
    Da sopra la portà infatti un piccolo pannello si aprì facendo uscire quello che sembrava in tutto e per tutto un occhio meccanico collegato ad un "semplice" cavo rigido.

    Ah capitano! Siete venuto ancora una volta a trovarmi? Avete intenzione di chiedermi finalmente di uscire per un appuntamento?

    L'occhio si avvicinò pericolosamente all'uomo girandogli intorno con fare curioso per poi essere spinto da quest'ultimo con fare delicato, procedendo poi togliendosi l'elmo in modo da essere recepito in maniera più chiara possibile. La sua espressione, proprio come la sua voce, sembrava calma e pacata anche se in certi punti ,per qualche motivo, sembrava perdere quella compostezza in delle smorfie o con leggeri tremolii.

    ... Beh lei non è esattamente il tipo adatto per un soldato Doc hahah! S-senza offesa ovviamente!

    Tossì schiarendosi la voce per poi proseguire

    Le ho portato due nuovi arrivati... la prego di non ridurli come gli ultimi che abbiamo avuto!

    L'occhio si spostò immediatamente verso i due prigionieri muovendosi con macabra lentezza dall'alto verso il basso in quello che sembrava in tutto e per tutto un'analisi centimetro per centimetro del loro corpo.

    Oh Pierce... per te questo è altro mio piccolo lupetto dal pelo grigio! La prossima volta però dovrai portarmi un regalino per questo occhio di riguardo.

    L'occhio si girò verso il capitano chiudendosi e poi riaprendosi prima di scomparire nuovamente all'interno della porta che proseguì nell'aprirsi lentamente ed accecando tutti i presenti per alcuni secondi.
    La voce metallica disse alcune piccole parole prima di scomparire anch'essa gettando tutto il gruppo nel silenzio.

    Quello era un occhiolino comunque!

    Davanti a loro un corridoio che sembrava prolungarsi per svariati chilometri era completamente illuminato da delle luci particolarmente luminose mentre un marciapiede mobile bidirezionale ricopriva completamente il pavimento; una piccola considerazione per il personale ed i prigionieri evidentemente.

    Forza non fatemi perdere tempo! andate avanti e seguite l'indicazioni della voce che avete sentito prima... si farà sentire a breve.

    L'uomo fece per spingere velocemente i due con la sua arma evidentemente voleva andarsene da lì il più velocemente possibile e, nel momento in cui i due iniziarono ad essere trasportati dal meccanismo sul pavimento, fece proprio quello.
    Le guardie lo seguirono pochì secondi dopo chiudendo l'enorme portone e lasciando per la prima volta la coppia completamente da sola.
     
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    Appena la conversazioen raggiunse la sua conclusione, il capitano si infilò di nuovo l'elmo e fece un cenno ai due prigionieri di seguirlo all'interno della struttura. Il gruppo cominciò a confabulare in una lingua che il manipolatore di fiamme non riuscì a comprendere, limitandosi a rimanere zitto e a prestare ascolto. Forse avrebbe potuto trarre qualche indizio, se avesse teso l'orecchio. Una vana speranza che si infranse non appena raggiunsero le porte di una sala denominata "Reparto scientifico". In quel lasso di tempo, Aeon non era riuscito a cogliere nulla, nè a notare delle possibili vie di fuga.
    Dunque la prova sarà qui...
    Bofonchiò l'albino, mentre il comandante si apprestò a digitare una sequenza su un tastierino numerico posto accanto alla porta. Non appena terminò di digitare la sequenza, da sopra la porta calò una sfera ricordante un occhio meccanico affissato ad un cavo elastico. Dopo un iniziale sorpresa, il ragazzo tornò ad essere perfettamente impassibile: non si trattava niente di più che di un'arzigogolata telecamera di sicurezza.
    Efficiente... Per quanto sia un po'macabro.
    Schioccò la lingua al palato e abbassò lo sguardo, tornando a prestare ascolto allo scambio di parole tra la voce oltre l'occhio e il comandante dei lupi. Notò degli impercettibili tremolii nella voce, come se l'uomo che aveva incontrato fosse diventato improvvisamente affaticato, per non dire a disagio. Aggrottò le sopracciglia perplesso, il Sano. Quando l'uomo si vide accordato il permesso, l'occhio si avvicinò per scrutare i due futuri contendenti.
    ...
    Trasse un respiro profondo e, indifferente, continuò a guardare fisso dinanzi a sè: niente più che un'ispezione per assicurarsi delle loro condizioni, forse anche un modo per capire se trasportassero con sè delle armi. L'occhio svanì all'interno della fessura, non prima di essersi contorto maldestramente in una sorta di occhiolino. La porta si aprì e il capitano sospinse i due con dei colpetti del proprio fucile.
    ... Va bene, va bene!
    Ribattè secco l'albino, più perplesso che stizzito. Fino ad ora aveva visto quell'uomo comportarsi come se fosse privo di qualsiasi fretta, ma non appena erano arrivati di fronte alla porta il suo atteggiamento era cambiato considerevolmente. Proseguì a passo rapido e sotto gli occhi del mercenario. La sua vendetta aveva momentaneamente lasciato spazio alla curiosità: cosa lo avrebbe aspettato? Lo avrebbe scoperto molto presto.
     
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  11. ZenSim
     
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    Mentre i soldati in nero parlavano tra di loro il gruppetto si mosse in direzione di una porta poco lontana e una volta raggiunto l’ingresso in spesso metallo lucido una guardia ebbe la premura di rendere ovvio quello che già descriveva la scritta in led rossi sopra alla porta. Si trovavano infatti dinanzi al “reparto scientifico” e il motivo venne presto chiarito dal capitano, anche se non direttamente l’uomo aveva infatti lasciato intendere che quel posto era dove si sarebbe svolta la fatidica sessione di test attitudinali. La ragazza non era di umore migliore di quanto non fosse qualche minuto fa e l’espressione seccata che aveva dipinta in volto dal momento in cui si era risvegliata non scomparve neanche quando da un’apertura sulla parete uscì una strana sfera di metallo, una sorta di occhio, collegata ad un filo che dopo aver dato uno sguardo ai presenti si rivolse con voce metallica al capitano. L’assurdo scambio di battute tra i due non migliorò l’umore di Eiri che non poteva in quel momento far altro che star li ad assistere alla scena, cosa che le dava incredibilmente fastidio.
    La giovane guardò stizzita l’occhio metallico voltarsi in direzione del capitano ed ignorare il dito medio che la giovane aveva piantato davanti al bulbo meccanico mentre questo passava a rassegna il suo corpo centimetro per centimetro.

    TSK

    Soffiò tra i denti la ragazza con disappunto nel non aver ottenuto una minima reazione da parte del possessore della voce computerizzata che controllava quello strano aggeggio.
    Dopo un ulteriore scambi di battute tra la voce elettrica e il capitano la porta cominciò finalmente ad aprirsi inondando il gruppo di una luce tanto forte da costringere Eiri a coprirsi il viso fino a che gli occhi non si furono abituati a quella fonte luminosa. Dietro la porta si dilungava un corridoio lungo ed illuminato da una serie di fari particolarmente potenti e sul cui pavimento scorreva quello che pareva essere un nastro trasportatore. La ragazza mosse un passo verso la porta in cerca della fine del corridoio che sembrava proseguire all’infinito ma non fece in tempo a guardare che un leggero colpo alla schiena la costrinse ad avanzare ancora, il Capitano stava spronando lei e il suo compagno di disavventure ad avanzare lungo il corridoio.

    Hei piano!!

    Disse lei voltandosi di scatto innervosita

    Si tratta così una signorina? E che cazzo!!

    Le mani dei soldati alle spalle dell’uomo erano però scattate minacciosamente sui grilletti delle mitragliatrici che impugnavano cosa che fece desistere Eiri dal proseguire oltre. Si costrinse a voltarsi e a lasciarsi trasportare dal meccanismo sul pavimento assieme al pallido compagno di viaggio.
    Nessuna battutina o frase sarcastica durante il viaggio, era troppo nervosa per parlare e l’unica cosa che le ronzava in testa in quel momento era che doveva andarsene da lì al più presto, restava solo da capire come.
     
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    Dovettero attendere svariati minuti prima di essere accolti davanti ad un secondo enorme portone. Quest'ultimo riportava una scritta in dorato che citava "Scientia potentia est" e sui suoi lati due Caducei in argento ne adornavano ancora di più il mastodontico portone bianco. Nell'avvicinarsi a tale portone i due ragazzi vennero colpiti da alcuni ed inermi raggi laser e dopo alcuni secondi dall'avvenimento una voce robotica ma dal tono femminile iniziò pian piano ad elencare

    Iniziazione scanning: Soggetto disarmato. Sesso Maschile. Status fisico... denutrito. Nessun danno strutturale. Battito cardiaco 60 Bpm. Fiamme rilevate... Nebbia, Pioggia. Analisi DNA... Matrice Asiatica. Soggetto adatto ai test disciplinari

    Iniziazione scanning: Soggetto disarmato. Sesso Femminile. Status fisico... molto denutrito. Nessun danno strutturale. Battito cardiaco 48 Bpm. Fiamme rilevate... Montagna, Tempesta. Analisi DNA... Matrice Asiatica. Soggetto non adatto ai test disciplinari


    Al sentire di quelle parole la pedana su cui la ragazza era collocata iniziò ad invertire di rotta recandosi in un piccolo corridoio collocato a sinistra dell'enorme portone di ferro. Da lì una piccola porta bianca riportava la scritta "Infermieria" e la simpatica croce rossa maldestramente illuminata faceva intendere lo stato di quasi abbandono in cui quello stabilimento versava.
    Aeon nel frattempo vide la donna allontanarsi sempre di più da lui mentre quest'ultimo fu costretto dalla pedana a proseguire dritto in direzione della meta principale.
    La porta si spalancò lentamente accecando ancora una volta la vista del ragazzo, quando ebbe modo di aprire gl'occhi si trovò davanti ad un enorme sala medica colma di svariati e strani strumenti che ricordavano vagamente quelli da palestra.
    Dandogli una migliore occhiata ebbe modo di notare come quest'ultimi fossero, in alcuni punti, sporchi da quello che sembrava sangue e i vari elettroditi accessoriati da alcuni piccoli ed affilati aghi sembrarono confermare solo il terrore di quella visione.
    Il silenzio che regnava in quella sala sembrava essere interrotto solo dal rumore della pedana su cui si trovava e così fu fino a quando quest'ultima non si interruppe posizionandolo al centro della stanza.
    Una porticina si aprì alla sua sinistra ed una Donna di corporatura media, con i capelli corti a parte i ciuffi di capelli a forma di fungo sulla sommità della testa lo accolse con fare emozionato. La sua faccia era adornata da alcuni segni sulla fronte e sulle guance di colore verde simile a del trucco da guerra. Indossava un lungo cappotto stilizzato e brillante, in cui un pizzo a forma di croce ne rivelava parzialmente il seno particolarmente abbondande e più fori a forma di T coprono le maniche. Sotto quest'ultimo dei pantaloni chiari ed adornati da alcune scollature ne rivelavanano un perizoma scuro. con quello che sembrava un sorriso particolarmente inquietante la donna si avvicinò al ragazzo squadrandolo da capo a piedi

    Ma che bel bocconcino che mi ha portato il capitano! Peccato che dovrai essere tutto soletto oggi! la tua compagna ha bisogno di un piccolo aiutino prima di partecipare al nostro simpatico e divertente test! Sai ho avuto modo di osservarti dalle telecamere e devo dire che sono rimasto veramente colpita! Non vedevo un paziente affetto da Ginofobia da secoli! Chissa che succede se faccio così ♪

    Al pronunciare di quelle parole alcuni bracci meccanici schizzarono dal terreno imprigionando con una stretta assai forte il ragazzo ed impedendo di muovere gl'arti. La donna nel frattempo si piazzò dietro di lui acarezzandone con fare viscido le varie parti del corpo e "strizzando" in quelle più erogene con alcune risatine, non poteva vederla ma sapeva che in quel momento stava parecchio "godendo" della sofferenza del suo paziente.

    Beh come ci si sente? vuoi vomitare? piangere? urlare colmo di disperazione e paura?

    Con un leggero movimento che sembrava una piroetta si posiziono davanti al ragazzo e con un sorriso malato premette da un telecomando un piccolo bottone blu

    Non vedo l'ora di provare i miei giocattolini su di te ♪

    Nel frattempo da tutt'altra parte la giovane Eiri si vide portare all'interno di una piccola stanza colma di letti ospedalieri e dall'aspetto decisamente poco pulito. Ebbe modo di vedere su alcuni letti uomini e donne nelle condizioni più pietose e colmi di ferite di ogni tipo: dal semplice taglio all'amputazione più grave. Dopo pochi secondi dal suo arrivo la figura di un ometto piccolo e dall'aspetto particolarmente innocente si apprestò a correre nella sua direzione. Il suo camice era sporco di sangue, proprio come i suoi capelli e gl'occhi, "abbelliti" da alcune grandi e pesanti borse, facevano intendere delle condizioni pietose e di stanchezza in cui versava.

    Eiri giusto? P-p-prego seguimi pure... s-scusa per le c-c-condizioni dell'infermeria! I-I-I-I fondi s-sono andati t-tutti a-alla dottoressa F-Fondente! Perchè non ti stendi? O-Ora ti f-fa-farò "mangiare"

    e dicendo quelle parole fece per prendere da un piccolo comodino lì vicino una piccola flebo colma di un fluido giallastro. L'uomo fece segno ancora una volta con fare gentile alla donna di sedersi e dopo alcuni secondi ebbe modo di penetrare la vena del suo braccio con l'ago della flebo.

    V-Vedrai che t-ti sentirai m-m-meglio! C-c-erca di riposare!

    e dopo quelle parole l'ometto fece per correre verso un altro dei suoi paziente, scomparendo dietro una tendina. Eiri ebbe modo di osservare dalla sua posizione le varie telecamere strategiamente posizionate per osservare tutte le zone della stanza ed ebbe modo di osservare ,con ancora più riverenza, quelli che sembravano delle piccole mitragliatrici attaccate a quest'ultime. Riusciva a sentire il suo corpo acquistare nuovamente energie, se pur in maniera molto limitata e, mentre godeva di quella sensazione, una voce proveniente da un letto a lei vicino ne attirò l'attenzione.

    Ehi tu! Ragazzina! mi sembri nuova di qui! ma sopratutto in ottima salute!

    Girandosi verso quel rumore la donna ebbe modo di vedere un'uomo di circa quarant'anni privo degli arti sinistri e dell'occhio destro muovere velocemente la mano destra alla ricerca della sua attenzione.

    Ho una proposta per te ragazzina! che ne dici se ti rivelassi il modo per uscire da questo inferno prima che tu finisca come il sottoscritto? in cambio voglio solo che tu faccia quello che ti dica e che tu mi portì via di qui!

    Edited by † Tepes 11° † - 27/5/2019, 00:29
     
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  13. ZenSim
     
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    Per degli interminabili minuti l’unico rumore all’interno del tunnel fu quello del meccanismo sul pavimento che stava trasportando i due verso l’ignoto. Proprio quando la pazienza, già provata, della ragazza stava per arrivare al limite ecco che davanti ai due si manifestò in lontananza una sontuosa porta bianca che differiva notevolmente dalle semplici porte scorrevoli che avevano visto poco prima. Questa recava una scritta in latino placcata in oro al centro mentre ai lati erano intarsiati due simboli argentati, il tutto aiutava a capire che al contrario delle stanze viste finora quel posto doveva avere una importanza notevole.

    Scentia potentia est……cos’è latino??

    Fece Eiri con un filo di voce ma prima che se ne rendesse conto una serie di fasci luminosi investì la coppia coprendo ogni centimetro dei loro corpi, poi una voce elettronica fece la sua comparsa nel silenzio del tunnel. La voce elencò alcune caratteristiche di entrambi i presenti, il raggio laser doveva essere evidentemente una sorta di scanner che, con sorpresa di Eiri, ci aveva preso al cento per cento. La descrizione dei due era molto simile a parte per le fiamme possedute dai due ragazzi ma la cosa che più colpì Eiri fu l’esito, se così si poteva definire, dell’analisi. Difatti mentre Aeon era risultato adatto ai test lei era invece risultata “non adatta” e prima che potesse dare alito ai suoi pensieri ecco che la sezione del pavimento sul quale stava poggiata cominciò a muoversi all’indietro.

    Ohi!! Aspetta!!

    Fece lei cominciando a camminare nuovamente verso Aeon.

    Cosa vuol dire inadatta!! Hei!! Brutta….

    Ma per quanto camminasse il pavimento continuava a muoversi mantenendo la giovane ferma nello stesso punto ad un paio di metri dal portone bianco. Eiri quindi cominciò a correre sul posto nel vano tentativo di tornare alla porta e bussare “gentilmente” per avere qualche spiegazione in più. Per quanto corresse però il meccanismo non cedeva un centimetro e ben presto si rese palese che la macchina avrebbe retto ben di più della stanca ragazzina asiatica.

    Aspe….no…..non ce la faccio…Alan!!Vai avanti tu e buona fortuna!

    Eiri si costrinse quindi a guardare Aeon e il portone allontanarsi velocemente.

    Sputa in faccia alla troia da parte miaaaaaaaa!!

    Urlò, appena ripreso un po di fiato, all’uomo quando ormai era solo un puntino in lontananza.
    Ci vollero 5 minuti prima che il panorama del tunnel variasse un pochino dalle solite pareti pallide molto illuminate. Eiri che si era stancata di stare in piedi si era distesa a terra lasciandosi trasportare dal pavimento alzandosi sui gomiti solo una volta raggiunta una porta che non aveva notato nel viaggio di andata, o magari si trattava di una sezione diversa del tunnel?

    La porta che aveva davanti era decisamente più umile rispetto al grosso portone decorato di poco prima, con un sibilo la porta si spalancò lasciando intravedere al suo interno quella che sembrava essere una stanza d’ospedale. La giovane si alzò in piedi ed entrò nella sala confermando la prima impressione, tra letti, flebo e tendine quella era decisamente un’infermeria o qualcosa del genere. Quello che non aveva notato subito era il pessimo stato in cui versava quello stanzone, muri sporchi di sangue e letti sporchi erano l’ambiente in cui un manipolo di malcapitati stava ricevendo delle cure mediche.

    Bleah

    Fece appena in tempo a dire Eiri prima che un ometto non la interrompesse dal perlustrare la zona con lo sguardo parlandole. L’omino era basso di statura e magro quasi all’inverosimile, ciononostante sopra alle pesanti occhiaie scure aveva uno sguardo gentile e nel complesso i modi gli davano un’aria piuttosto affidabile. L’uomo accompagnò una titubante Eiri dietro una tendina facendola accomodare su una branda e cominciando ad armeggiare con dei tubi e una sacca di liquido giallastro.

    Hei!Hei!! Cosa pensi di fare con quell’ago, ma l’hai almeno pulito? Non ne voglio di STD!!

    Ci volle un pò ma l’uomo riuscì a convincere Eiri a farsi inserire l’ago sul braccio, così mentre il dottore scompariva dietro la tendina il liquido della flebo cominciò a scendere dentro la vena. Con grande sorpresa il corpo venne irradiato da una sensazione di calore, qualunque cosa fosse quel liquido non sembrava essere dannoso per il momento.

    Ehi tu! Ragazzina! mi sembri nuova di qui! ma soprattutto in ottima salute!

    Si sentì chiamare Eiri da un letto poco distante dal suo, sopra di esso un uomo sulla quarantina pesantemente menomato tentava di attirare la sua attenzione. L’uomo senza perdere tempo in convenevoli le propose di allearsi per uscire da quel posto.

    Ma perché nessuno si presenta mai da queste parti?

    Sbuffò la giovane prima di avvicinarsi all’uomo

    Senti Ed, non ti sembra che per progettare un fuga sia meglio un posto dove non ci siano telecamere e mitragliatrici che ti puntano?

    E con un dito indicò uno dei tanti occhi elettronici

    Comunque sia, uscire da qui è la prima cosa nella mia lista di cose da fare….anzi la seconda…bah, poco importa: cosa puoi dirmi di utile? Se saranno informazioni utili ti aiuterò.
     
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    Il nastro trasportatore fu tutto ciò che le sue orecchie poterono udire per svariati minuti. Le manette stavano cminciando a farsi sempre più pesanti per il suo fisico denutrito. Guardandosi attorno, l'ambiente completamente bianco di quel corridoio alimentò nel giovane un forte senso di nausea: la sterilità di quell'ambiente e il clima profondamente asettico ricordava quello di un corridoio d'ospedale. Cullato dallo scorrere del tappeto, socchiuse leggermente gli occhi.
    Vrrrr!
    Una sensazione che altalenava meditazione e stanchezza cominciò ad impadronirsi dell'occhialuto. La sua testa oscillò dall'alto verso il basso per un numero di volte che smise di contare, fino a quando la maggior parte dei sensi cominciarono ad abbandonarlo: il mondo attorno a lui cominciò a perdere progressivamente di significato, almeno fino a quando...
    Mgh!?
    Sull'orlo dello svenimento, trasalì leggermente quando udì la voce di Eiri leggere le parole riprotate sulla sommità della porta. Esalò un respiro profondo e, cercando di farsi forza, alzò gli occhietti ad incontrare quella misteriosa targa appesa sula sommità della grande porta bianca.
    Si, appartiene a qualche filosofo...
    Le parole fluirono come un sussurro a causa della mancanza di forze, ma la frase venne troncata quando non ricordò il nome: le sue idee erano troppo confuse per ricordare delle nozioni scolastiche. Tutte le sue energie, d'altro canto, erano concentrate sul mantenerlo lucido e in piedi: un ulteriore sforzo mentale, probabilmente, o avrebbe provato anche troppo. Tutto quello che capì era che chiunque si trovasse oltre quella porta era una persona che venerava la scienza al limite del fanatismo.
    Di bene in meglio.
    Con una smorfia di disappunto, ruotò la testa di lato e quasi non si rese conto del fascio di luce che investì lui e la ragazza. Incuriosito, riportò la testa sulla porta, senza alcuna manifestazione emotiva in merito: dallo zigzagare frenetico di quella luce, intuì che si trattava di un altro scanner. Questa volta all'esame fece seguito una voce robotica, piuttosto che quella estasiata della dottoressa che aveva udito all'entrata. Uno scan del DNA in grado di elaborare un quadro complessivo del fisico del paziente in tempo zero. La tecnologia impiegata doveva essere all'avanguardia, tale che persino l'albino non potè trattenere un'espressione sorpresa.
    Persino io sono stupito dai mezzi di cui dispongono.
    Biascicò, mentre fissava torvo la porta d'ingresso. Quella struttura doveva essere stata costruita con una gran quantità di fondi a disposizione, chissà quanti individui ricchi e potenti avevano partecipato finanziariamente alla sua costruzione. Con la coda dell'occhio, perso nei suoi pensieri, si accorse che la ragazza dai capelli rossi stava venendo trasportata in un'altra direzione. Aggrottò le sopracciglia, disgustato e stupito al tempo stesso quando la vide correre infantilmente sul posto nel vano tentativo di raggiungere quel portone bianco. Stremata, si arrese al proprio destino e fece i suoi auguri ad Alan...
    Non è Alan, è Aeon...
    Affermò talmente atono da sembrare un robot, ignorando peraltro l'augurio: quante volte avrebbe dovuto ripeterglielo? Alzò gli occhietti grigi al cielo, mentre lei veniva portata via. Riuscì a malapena a distinguere una richiesta da parte sua: sputare in faccia alla donna. Richiesta facilmente soddisfabile, ma non avrebbe potuto farlo nel suo stato attuale: doveva pensare a qualcosa, doveva pensare a come uscire da lì. In quel momento la porta dinanzi a lui si aprì, rivelando un fascio di luce che accecò ancora una volta il manipolatore di fiamme.
    Tsk... Dannata luce!
    Una smorfia di ribrezzo si dipinse sul suo volto e fu costretto a chiudere gli occhi per non venire abbagliato del tutto. Quando le sue palpebre cominciarono ad abituarsi a quel punzecchiamento proveniente dalle lampade, dischiuse le palpebre.
    Blink!
    Appena poté finalmente vedere cosa si celava all'interno della stanza, notò degli strumenti da palestra sparpagliati per buona parte di quel loculo. Nulla di strano all'apparenza: come si aspettava, avrebbe dovuto sostenere dei test fisici per provare la sua validità. Eppure, proprio mentre fece per voltare lo sguardo...


    Notò un vago riflesso cremisi, quasi marrone sulla maggior parte di loro. Lo aveva visto più volte, lo riconobbe quasi immediatamente non appena ebbe la possibilità di mettere a fuoco l'attrezzatura: sangue, sangue rappreso. Non fece in tempo a trasalire, che una porta al lato della stanza si aprì. A varcare la soglia fu una donna di media corporatura, capelli verdi e corti, fatta eccezione per alcuni ciuffi bizzarramente acconciati come dei funghi. Tutto il suo abbigliamento alimentava quell'aura di bizzarria, a partire dal camice che indossava fino alle cuciture a forma di croce sulla maggior parte delle maniche.
    Una donna.
    Restio e disgustato anche solo dal dover pronunciare quella parola, fu costretto ad ascoltare le sue parole, mentre notava allargarsi sulle sue labbra un sorriso inquietante, al limite del sadismo.
    Il Sano cercò di muovere un passo indietro, ma ogni movimento gli fu impedito: delle braccia meccaniche schizzarono fuori da alcune botole poste al suolo e ne avvolsero braccia e gambe.
    Clack! Clack!
    Dapprima sorpreso per la rpidità con cui si era trovato i movimenti bloccati, il suo istinto si impadronì di lui al disopra della ragione: sapeva di non poter forzare quei meccanismi, ma nondimeno ci provò comunque tentando di strattonarli con le braccia e le gambe. Ovviamente ogni tentativo fu vano: le sue forze non erano tornate, il suo corpo era pesantemente denutrito e ogni tentativo sarebbe stato inutile. Le parole della dottoressa intanto continuavano a riempirgli le orecchie, ad inondargli i padiglioni auricolari.
    !!
    Trasalì, la bocca si spalancò non appena la donna accennò greve alla sua fobia del sesso femminile. Il ragazzo frenò ogni tentativo di fuga. Deglutì un grumo di saliva, una goccia di sudore calò dalla fronte e gli rigò il volto impietrito dall'ansia, la medesima ansia che pian piano si stava tramutando in paura. Scosse la testa non appena la donna iniziò a tastare le braccia: il contatto fisico con quella persona iniziò a provarlo profondamente: il mondo intorno a lui cominciò a girare, aveva le vertigini. Inalò dell'aria dalla bocca e cercò di riprendere possesso delle sue emozioni

    QUALITA':
    <Nervi Saldi>
    Sapete controllarvi nelle peggiori situazioni, vi basta respirare e potete affrontare qualsiasi cosa con calma. Il vostro cuore ed il vostro spirito reggeranno perfino un salto da trecento metri d'altezza permettendovi qualche secondo di azioni tranquille. Un ottimo autocontrollo può anche aiutarvi per ragionare meglio e trovare vie di fuga altrimenti inaccessibili.

    Per alcuni istanti resistette. La donna sembrò essere parzialmente delusa dalla volontà del giovane, ma non sembrò perdersi d'animo, anzì passò a toccare parti ben peggiori, a scendere con la mano passando dapprima al busto pesantemente denutrito.
    Anf... Anf...
    Il ragazzo ansimò in preda alla paura: ancora una volta cominciò a provare un forte senso di nausea. Aveva bisogno d'ossigeno, aveva urgentemente bisogno di respirare, era in preda ad una vera e propria fame d'aria.

    QUALITA':
    <Nervi saldi>
    Sapete controllarvi nelle peggiori situazioni, vi basta respirare e potete affrontare qualsiasi cosa con calma. Il vostro cuore ed il vostro spirito reggeranno perfino un salto da trecento metri d'altezza permettendovi qualche secondo di azioni tranquille.
    Manca l'aria, comincia a mancare l'aria. Ho bisogno di respirare, aiutatemi. Non lasciatemi qui, non con lei.

    La saliva cominciò ad affollarsi nel suo palato, faticava deglutire. Quando la mano della donna scese ulteriormente, il ragazzo chiuse gli occhi e digrignò i denti: ogni cosa attorno a lui divenne improvvisamente più fumosa, fino a quando l'arto non iniziò a stimolare le zone "erogene" dell'albino.

    QUALITA':
    <Nervi saldi...?>
    Non puoi controllare la tua paura in queste condizioni.

    BASTA! BASTA! NO!
    L'aspirante mafioso cominciò ad urlare. La disperazione si impadronì del suo spirito e del suo corpo: era in preda al panico e avrebbe fatto qualunque cosa purché la donna la smettesse. Quasi come se le sue preghiere a tutte le divinità presenti nel cielo fossero state esaudite, la donna smise di toccarlo.
    La sentì premere un pulsante. Cosa lo avrebbe atteso, adesso?
     
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    l'uomo guardò divertito la ragazza mentre quest'ultima era intenta a fargli notare la pericolosità delle sue parole in quel luogo. Fece per alzarsi dalla sua postazione in modo da guardare meglio la ragazza e scoppiando in quella che sembrava un mistro tra della tosse ed una risata spiegò a quest'ultima come stavano veramente le cose.

    Oh quelle? quelle sono solo per fare scena! Certo potrebbero spararci se provassimo ad usare le fiamme ma Grasso non controlla mai le registrazioni! Ad ogni modo prima di procedere permettimi di presentarmi, il mio nome è Gerard ma qui mi chiamano "il templare"...

    Dette quelle parole facendo pressione sull'arto buono e sul letto tentò di alzarsi e, dopo svariati tentativi, riuscì nell'intento iniziando a zoppicare lentamente verso la sedia vicino alla ragazza. Quest'ultima ,ora che lo vedeva meglio, potè notare un tatuaggio sul petto che richiamava il simbolo del templari e la strana aura di calma o quasi santità che circondava quell'uomo.

    La gente viene portata qui contro la sua volontà e costretta a subire le pene e le torture più infernali. Ho visto amici uccidersi a vicenda, amanti divenire bestie feroci e uomini santi trasformarsi in diavoli... il mio compito è quello di fermare tutto ciò ma purtroppo questo onore non mi è più concesso come puoi ben vedere. Tu sei "carne fresca" quindi sarai sicuramente più in forma rispetto a tutti i moribondi qui presenti! Il piano è semplice ragazza mia dovrai entrare nell'arena, combattere, vincere ed infine... morire.

    Facendo una piccola pausa quasi drammatica l'uomo continuò ridendo

    Beh morire per finta si intende hahahah! devi sapere che i cadaveri normalmente vengono semplicemente bruciati ma se il pubblico apprezza particolarmente un combattente la sua salma viene seppellita nel "cimitero degli eroi di guerra" e per nostra fortuna quest'ultima si trova proprio fuori la struttura, lontana da telecamere o occhi curiosi. Per morire dovrai assumere questa

    e togliendo la benda dal suo occhio, che oramai era solo uno spazio vuoto,fece per estrarre una piccola bustina sporca di sangue e contenente quella che sembrava una pillola bianca.

    Questo è estratto di Belladonna, una volta ingeritò cadrai in una morte apparente che durerà un paio d'ore. Una volta fuori corri per 10 minuti verso nord senza fermarti e vedrai una serie di tende con lo stesso simbolo che porto sul mio petto... cerca Reginaldo e digli cosa c'è qua dentro per filo e per segno! Parlo di armi, sistemi di difesa, mercenari,tutto! Una volta che avranno le informazioni necessarie potranno partire all'attacco e distruggere questo posto dimenticato da Dio! Allora che ne dici ragazza?

    Disse tendendo la droga a quest'ultima con la mano ancora sana.

    Reparto scientifico



    Le scosse elettriche perforarono ancora una volta il suo corpo inondandolo di un dolore non indifferente, l'energia di quella scarica fu tale da costringere alle sue fiamme, quasi come meccanismo di difesa, di esplodere violentemente prima di essere assorbite in una serie di tubi collocati al disopra della sua schiena. La donna emisè uno sbuffò stizzito mentre leggeva i parametri che la macchina aveva registrato e si apprestò a dirlo alla sua cavia con voce soave ma carica di follia.

    Aeon... oh Aeon...mio dolce piccolo Aeon.

    La sua mano toccò la schiena nuda dove i vari elettrodi appuntiti avevano perforato la pelle, accarezzandone le ferite con fare viscido.

    Ti piace questo posto vero? Non ti impegni perchè vuoi stare qui con me è cosi?

    Si apprestò dunque ad alzargli la faccia in modo da incotrare lo sguardo della sua cavia e, dopo avergli sorriso con fare gentile, la sua espressione mutò completamente in una carica di rabbia e follia. Aeon non ebbe neanche tempo di contemplare quell'improvviso cambio d'espressione visto che i suoi occhi vennero momentaneamente chiusi per via di una serie di violenti pugni che la donna indirizzò propio sui sudetti.

    COSA CAZZO GUARDI EH MOCCIOSO?!?

    dopo quella improvvisa sfuriata la donna tornò nuovamente alla "Normalità" ed aggiustandosi i capelli leggermente mossi proseguì nello slacciare il ragazzo da quello strumento di tortura. I bracci metallici proseguirono quindi nel bloccare nuovamente gl'arti dell'albino prima di gettarlo letteralmente su una brandina.
    Fondente guardò stizzita il ragazzo prima di uscire dalla stanza con passo furioso

    Se continuo così rischi di morire e per tua fortuna il boss ti vuole vivo! Forza portatelo nella sua cella!

    Al pronunciare di quelle parole la branda del ragazzo, collocata sul nastro trasportaore, iniziò quindi a muoversi verso una porta davanti a lui. Aeon ebbe solo modo di vedere l'oscurità inghiottire la sua persona prima di svenire per colpa dello stress e del dolore che aveva patito fino a quel momento.

    /OT Bene! Zen post libero per te, unica limitazione per te sta nel decidere di accettare o meno la proposta di Gerard. Axarc hai completa libertà nel descrivere come si è svolto il "test". Anche per te una limitazione, ossia concludere il post con te che svieni e conseguente risveglio nella tua cella. OT/
     
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