[Quest] Prologo dell'inizio e della fine

Kate Evans

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    Il sole iniziò lentamente ad illuminare le pallide tende di seta che nascondevano agli occhi del mondo esterno la figura della misteriosa e giovane ragazza.
    Erano passate settimane da quando si era svegliata in quel letto d'ospedale,privata della vita che con tanta cura aveva iniziato a coltivare e con davanti a se soltanto un futuro colmo delle idee più cupe che il suo cervello poteva creare.
    Aveva passato tempo a lei infinito nel tentare di recuperare il diritto di essere ritenuta "umana" o quanto meno "normale"; tempo composto di sofferenza e vergogna e di tutte le mille sfaccettature che le emozioni negative che l'animo umano poteva patire.
    La porta si aprì e la figura di un'uomo anziano dalla pelle pallida e dagli occhi stanchi ma dolci si presentò davanti a lei.

    Buongiorno Kate... come ci sentiamo sta mattina?

    L'anziano era il medico che da settimane ormai si prendeva cura del suo processo di guarigione; era un'uomo dal cuore gentile e dall'aspetto curato e per fortuna della ragazza forse uno dei pochi che poteva quasi reputare come "amico"

    Stai facendo passi da gigante! sono sicuro che tra poco potrai finalmente uscire da questo vecchio ospedale!

    Si schiarì la gola e prendendo la cartella appesa sui piedi del letto iniziò a leggerne ad alta voce il contenuto

    Ah si! oggi faremo alcune prove fisiche! suppongo che sarà interessante vedere i tuoi miglioramenti... te la senti di provare?

    OT/ Andiamo! nuova quest e nuovo pg vediamo di smuovere un po le acque del forum! inizio tranquillo e abbastanza lineare, sei libero di fare ciò che vuoi e di muoverti liberamente per la struttura insieme al caro doc. Unica limitazione finale (sempre se decidi di seguirlo ovviamente) è di concludere il post con il tuo arrivo all'interno di una tipica palestra ospedaliera. Divertiti! /OT
     
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    Fuori dalla finestra, il mondo pareva bellissimo alla luce del sole. Il mondo che la ragazza non vedeva da chissà quanto tempo, confinata in quell'ospedale, circondata solo da fredde macchine, pochi amici e molta disperazione. Tutto ciò che ancora la sosteneva era la concreta possibilità di imparare a utilizzare quel suo nuovo corpo e uscire da quel dannatissimo posto. Aveva avuto modo di riflettere su tante cose, ma era solo uno il pensiero fisso che la ossessionava: essere stata vicina alla morte le aveva fatto capire quanto tempo aveva sprecato nella sua vita fino a quel momento. Comportarsi al meglio, seguire le regole, fare sempre la brava bambina. Al liceo -una vita fa- alcuni dei suoi compagni erano soliti vantarsi di tutti i loro divertimenti notturni, delle loro follie, delle loro imprese: le aveva sempre snobbate come inutili distrazioni da quella che era la vita vera, impegnarsi per eccellere nello studio e nello sport, diventare la migliore in tutto.
    Ma adesso, col volto pallido, mentre si attaccava le sue protesi agli arti inferiori dopo aver imparato nuovamente come camminare, sedersi e prendere in mano oggetti come una qualsiasi bambina di due anni... tutto ciò non aveva molta importanza. La vita era una sola, e Kate era determinata a sfruttare al meglio quell'occasione che gli era stata offerta. D'ora in poi voleva vivere al cento per cento ogni momento della sua vita e niente e nessuno l'avrebbe potuta fermare. Nemmeno il suo stesso corpo che cadeva a pezzi. Finì di sistemare la gamba destra, muovendola un po' per assicurarsi che non si staccasse nel momento meno opportuno, poi la appoggiò a terra con una smorfia di dolore. Aveva imparato ad abituarsi anche a quello, il continuo dolore che l'accompagnava all'inizio era diventato solo un costante rumore in sottofondo: l'altro giorno si era persino tagliata per sbaglio e non si era accorta di niente prima di vedere il sangue che le macchiava il cuscino.
    Tutto quello che poteva fare era cercare di non pensare alla sua situazione, chiudere la mente e andare avanti, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, passo dopo passo, come un automa.
    Il medico che si occupava di lei arrivò a farle visita, ponenedole la solita domanda di rito. La ragazza sbuffò verso l'alto, spostandosi una ciocca di capelli dal volto.

    Come vuole che vada, come tutti gli altri giorni passati qui dentro. Il solito schifo, ormai ho imparato a memoria ogni singola mattonella di questo posto.


    A uno sconosciuto sarebbe potuto sembrare una risposta acida, ma il tono della ragazza era venato di una certa dose di affetto -tradita da un leggero sorriso agli angoli della bocca- per quell'uomo che la stava aiutando in ogni modo possibile ad aggrapparsi alla vita e non precipitare nel baratro della depressione. Alla proposta seguente, invece, Kate si stupì di rabbrividire: trascorreva buona parte del tempo a lamentarsi con le infermiere perchè non vedeva l'ora di sgranchirsi un po' le gambe, ma ora che la possibilità le si prospettava davvero...

    Ma certo doc, finalmente un po' d'azione!

    ...aveva una paura tremenda. Scese dal letto cercando di mascherare il tremore alle ginocchia con la solita spavalderia, ma il pensiero di confrontare ciò che era adesso con quella che era stata prima era follia pura. Era stata un'atleta di livello regionale, una piccola promessa dello sport, sul podio -come minimo- in ogni tipo di prova. Ed ora? Non voleva fallire e soprattutto non voleva confrontarsi con sè stessa. Sarebbe stata sicuramente l'ennesima delusione.
    Ma era anche l'unico modo che aveva per uscire di lì. E per conoscersi meglio. E poi aveva appena detto a sè stessa che non si sarebbe mai più tirata indietro. Oh accidenti, al diavolo tutto quanto, non poteva essere peggio che morire nell'esplosione di un autobus no?

    E così seguì il dottore nei corridoi dell'ospedale, guardandosi intorno spesso pur di non incrociare il suo sguardo e mostrargli quanto se la stesse facendo sotto, fino a quando non arrivarono in una zona che sembrava proprio la loro meta: una sala che assomigliava a una palestra, sempre all'interno della struttura. Kate prese un lungo, lunghissimo respiro profondo.
     
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    Una volta arrivati alla loro meta il dottore fece per avvicinarsi ad uno dei tanti e vari strumenti lì presenti e con il suo solito sorriso gentile e colmo di calore fece alla ragazza di avvicinarsi dandole, allo stesso tempo, parole di conforto.

    Forza cara, non avere paura! sappiamo entrambi che puoi farcela!

    L'anziano iniziò quindi a svoltare le pagine della cartella fino a rivelare un foglio dal color bluastro su cui era possibile leggere il semplice "programma di allenamento" se così si poteva definire. L'uomo lo lesse velocemente prima di consegnarlo nelle mani della ragazza e proseguì con molta calma nell'iniziare a sistemare le apparecchiature necessarie per i vari test.

    Come puoi ben vedere oggi testeremo la mobilità delle tue gambe in corsa e le capacità di sollevamento delle braccia, nulla di troppo complicato. Credo che inizieremo con una semplice camminata veloce cinque chilometri orari dovrebbero bastare e poi -

    L'uomo si fermò improvvisamente nel proferire parole mentre il suo volto assumeva una espressione improvvisamente molto più fredda. La ragazza non sembrava essersene accorta ma alle sue spalle un'uomo particolarmente alto la stava squadrando da capo a piedi, era vestito in abiti eleganti e decisamente costosi e sembrava emanare un aria pericolosa oltre che importante.

    Kate perchè non inizi ad avvicinarti al tapirulan? sono sicuro che tu sappia come funzioni no? verrò da te una volta finito con il mio collega

    ed avvicinando a lei gli diede una leggere pacca sulla spalla in direzione del suddetto strumento.

    Prego mi segua non mi pare il caso di parlare davanti al paziente.

    Kate rimase quindi da sola all'interno della sala; dalla porta, ora chiusa, riusciva a vedere nel suo vedro opaco le figure distorte dei due uomini. Se si fosse avvicinata avrebbe potuto origliare la loro conversazione, stava a lei deciere come proseguire.

    OT/ sentiti libero di fare quello che ritieni più oppurtuno, nel caso decidi di origliare ti mandarò un messaggio privato. Divertiti! /OT
     
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    Quando sentì alle spalle l'aura minacciosa dello sconosciuto, Kate rabbrividí: il dottore sembrava davvero preoccupato da quella presenza, quindi doveva trattarsi di un pezzo grosso. Qualcuno con abbastanza potere da permettersi di esercitare pressione sul personale di un ospedale che -la ragazza ci avrebbe scommesso- sulla carta non sarebbe nemmeno dovuto esistere: era tutto troppo all'avanguardia per essere totalmente legale. Il medico allontanò la giovane e le indicò il tappeto su cui avrebbe dovuto svolgere i suoi esercizi di riabilitazione, poi chiuse la porta dietro di sé iniziando a discutere con l'ultimo arrivato.

    Onestamente... vedendo le ombre oltre il vetro che parlavano e discutevano probabilmente del suo destino, ben consapevole che non avrebbe dovuto ascoltare in quanto era appena stata allontanata, con il rischio di finire invischiata in qualcosa di più grande di lei... chi non si sarebbe messo ad origliare senza nemmeno pensarci due volte?!?
    Appiattendosi contro il muro accanto alla porta, così da non essere vista attraverso il vetro, Kate appoggiò l'orecchio e trattenne il respiro, cercando di distinguere le parole e cogliere il senso del discorso: mentre le parole del dottore le arrivavano tutto sommato chiare anche se frammentate poiché più vicino a lei, per l'altro non si poteva dire lo stesso.


    Le sue condizioni sono buone, anzi oserei dire che la risposta del suo corpo è stata sorprendent-
    ...
    Ha superato i test di base, il che non è poco, ma ancora ha bisogno di tempo per passare allo step successivo.
    ...
    Le ho detto di no, per quello non è ancora pronta!
    Sarebbe solo una perdita di tempo ed energie, un fallimento sotto tutti i punti di vista.
    ...
    Non mi importa, lei è una mia paziente e affrettare i tempi di recupero è un rischio inutile che non voglio correre, non ora che tutto sta andando per il meglio.

    Il pensiero di quell'uomo che stava in un certo senso lottando per il suo bene fece apparire un leggero sorriso sul volto di Kate: una delle poche figure amiche all'interno dell'ospedale che aveva a cuore la sua salute. L'altro interlocutore invece pareva interessato soprattutto al momento in cui Kate sarebbe potuta uscire da lì, anche se la cautela del dottore sembrava prevalere sulla sua fretta.

    Grazie per la comprensione, più tempo aiuterà Kate a prendere confidenza con il suo corpo.
    E non si preoccupi, dica alla Famiglia che quando sarà il momento giusto tutti i debiti saranno ripagati.


    Quella frase le fece gelare il sangue nelle vene: improvvisamente la ragazza ricordò di avere un favore in sospeso da ripagare, un debito contratto con la Famiglia Varia che prima o poi sarebbero venuti a richiederle indietro. E quel momento non sembrava poi così lontano.
    Intuendo che la discussione era finita e ben presto i due sarebbero usciti, Kate si allontanò velocemente dalla porta e si fiondó sul tappeto, mettendolo in moto e cominciando a camminare. Mettendo su un'espressione distratta, Kate avrebbe finto di non aver sentito niente e avrebbe aspettato le prossime indicazioni del medico per sapere cosa fare.
     
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    l'anziano entrò nella stanza con fare calmo, osservando anche per pochi secondi la sua faccia era però possibile osservare il sudore freddo che colava sulla sua fronte; Lo "scontro" che aveva affrontato sembrava averlo infatti leggermente deprivato delle sue energie.
    Fece per chiudere la porta prima di avvicarsi alla giovane ragazza intenta a camminare con fare spedito ma tranquillo sul tapis roulant, si sedette quindi su una sedia controllando il cronometro che portava al collo e tirò un lungo sospiro prima di rivolgersi alla sua paziente con la sua tipica dolcezza.

    Sai mi ricordi molto mio figlio, un bravissimo ragazzo dolce e a modo. Adesso lui sta studiando per diventare un chirurgo pensa un po'! la mela non sembra essere caduta troppo lontana dall'albero eh?

    Concluse con una leggera risata prima di alzarsi dalla sedia

    Sai lui era molto curioso quando era piccolo, si nascondeva dentro gli armadi o in altri posti strani solo per ascoltare le discussioni che intrattenevo con i miei colleghi nel mio salotto...

    E guardando con fare divertito la ragazza fece per indicare con la matita il suo cronometro e poi quello sul display dell'attrezzo.

    Non c'è nulla di male nell'essere un po' curiosi nella vita... ma certe volte è meglio aspettare per la verità che cercarla in maniera così avventata... ok Kate? Forza ora aumentiamo la velocità! per punizione farai cinque minuti di corsa... 11 chilometri andranno bene!

    OT/ scusa per il ritardo (esami sai come funzionano quelle bestie) ad ogni modo hai un altra ruolata libera, sentiti libero di fare domande sull'accaduto o continuare l'allenamento in silenzio ( per quanto riguarda quest'ultimo può gestirlo come meglio credi... insomma sbizzarrisciti!) /OT
    e senza attendere ulteriori parole dalla ragazza iniziò a premere lui stesso il tasto di accelerazione del tapis roulant.
     
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    Kate ascoltò col cuore le parole del dottore, che le raccontò del figlio con tono dolce. Si vedeva che era una brava persona, e la ragazza si domandava come una tale persona potesse essere finita a lavorare per una famiglia mafiosa: cosa gli era successo, per essere lì? Ogni persona che aveva incontrato nella vita aveva una storia da raccontare e, sebbene di molte di queste non le importasse assolutamente nulla, qualcuna invece stuzzicava la sua curiosità: per una questione di educazione, si trattenne però dal chiedergli altro.
    Arrossì e tossì, imbarazzata, quando il riferimento poco poco velato dell'uomo sul fatto che avesse origliato la conversazione la raggiunse, colta con le mani nel sacco.
    Eheh, sono cose che succedono...

    Tuttavia, Kate si voltò immediatamente con la faccia sconvolta quando le fu presentata la sua punizione: non ci poteva credere, era troppo! Non ce l'avrebbe mai fatta! Dov'era finito tutto il bel discorso sull'andare piano e attendere il momento giusto invece di essere avventati?


    Cosaaa?!?!? MA DAI! Ma stiamo scherzando?!?


    Lo sguardo della ragazza si riempì improvvisamente di panico quando fu la mano stessa dell'uomo, insensibile ai suoi lamenti, a premere i pulsanti per far accelerare la macchina.
    Oi, oi, rallenta... Sotto i piedi della ragazza, il tappeto scorreva sempre più veloce e le gambe robotiche della giovane si muovevano di conseguenza per tenere il ritmo. Delle piccole scintille crepitavano tra le giunture metalliche.
    Le avevano spiegato come funzionavano quelle cose chiamate Fiamme, all'interno del suo corpo, e di come avrebbe dovuto rendere possibile il funzionamento di quel miracolo tecnologico-biomedico grazie alla sua Fiamma del Fulmine, controllando precisamente i movimenti che voleva eseguire. Non si era ancora abituata alla sensazione, ma era sempre meglio delle prime volte: i muscoli sostituiti da ingranaggi, pezzi che ruotavano, si spostavano, spingevano e tiravano.

    La velocità eccessiva la portò rapidamente allo stremo delle forze e il suo passo di corsa iniziò a rallentare e vacillare verso la fine, ma se c'era una cosa che la sua vita da atleta le aveva insegnato era che il momento in cui cominciava a mancare il fiato... quello era il momento migliore, perchè significava che aveva raggiunto i propri limiti, li aveva davanti a sè, e quindi poteva vederli e superarli. I suoi occhi bruciarono di determinazione e le Fiamme del Fulmine si fecero più intense per quegli ultimi secondi che le servivano per completare il percorso. Poi, quando il tapis roulant si fermò, finalmente, si lasciò cadere a terra a pancia in su, con il petto che si alzava e abbassava rapidamente alla ricerca di ossigeno.
    Il fatto che adesso le sue prestazioni non fossero più legate a un corpo fatto di carne, paradossalmente, aveva reso Kate più forte: adesso era la sua determinazione il suo motore, e la ragazza ne aveva da vendere. Quello che mancava era il controllo sulle sue capacità, dato che molte delle energie che utilizzava finivano sprecate invece che nei circuiti. La base c'era, quello su cui doveva lavorare era sull'affinare la propria mente e le proprie Fiamme. Però tutto questo Kate non lo sapeva, sapeva solo che faceva una fatica immensa per muoversi e più era stanca più faceva fatica a concentrarsi.

    Al momento, vedeva il dottore sottosopra. La ragazza alzò il pollice verso l'alto per segnalare che stava bene, ma troppo stanca per sorridere.
    Allora doc, come sono andata?
    La discussione di prima era già stata spazzata via dalla sua mente, rimpiazzata dalla soddisfazione per aver completato quella corsa più lunga del solito. Un passo in avanti alla volta, ogni giorno un piccolo miglioramento. Era quella la chiave per raggiungere i propri obiettivi.
     
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    l'anziano sorrise nel vedere la sua giovane paziente superare, se pur spossata, la pesante prova fisica da lui creata. Sapeva che c'è l'avrebbe fatta e non di certo grazie agli arti meccanici, l'aveva capito dal momento in cui incontrò lo sguardo della ragazza; era una combattente, una persona che ,nonostante gli ostacoli che la vita gli aveva con tanta crudeltà imposto, avrebbe superato qualsiasi sfida.

    Sei stata brava ragazza mia

    E accompagnandola con la mano alla sedia più vicino gli concesse il tanto agognato riposo. L'uomo sorrise ancora una volta prima di leggere la cartella, nei suoi occhi era possibile osservare rimorso o forse preoccupazione mentre ne leggeva ancora una volta il contenuto. Sbuffò prima di alzarsi e dirigendosi verso un pesante manichino balistico iniziò con leggera fatica a trascinarlo verso il centro della sala; si concesse alcuni secondi di riposo prima di rivolgere nuovamente la parola alla giovane e facendo cenno con la mano di avvicinarsi iniziò quindi a spiegare il prossimo passaggio

    Possiamo andare avanti con il secondo esercizio, quest'ultimo è... come dire... un po' diverso dai solito a cui sei abituata.

    Fece quindi per dare un paio di schiaffi leggeri al manichino e proseguì

    Ora che abbiamo costatato che le tua abilità motorie sono quasi del tutto ristabilite ho bisogno di vedere se le tue protesi siano adatte per il combattimento. E' una richiesta eccentrica lo so, ma non possiamo obbiettare vero?

    OT/ crush the dummy / OT
     
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    La preoccupazione sul volto del dottore, mentre leggeva la cartella con il programma di riabilitazione, si trasmise di riflesso alla ragazza: era a causa della visita di quell'uomo? Sembrava preoccupato... per lei. Probabilmente -anzi, quasi sicuramente- sapeva tutto. Tutta la sua storia. E lì dentro, scritto su quei fogli, per ordine della mafia, c'era il suo destino. Avrebbe voluto sbirciare, strapparglielo di mano e leggere per mettere fine a quell'agonia, il pensiero costante di un mondo parallelo e sconosciuto che stava per ignhiottirla. Ma già una volta aveva superato i limiti e il dottore l'aveva colta sul fatto. Si rassegnò e ingoiò il rospo, come tutte le altre volte.
    Il nuovo piano di allenamento colse Kate di sorpresa, dato che non aveva mai fatto niente del genere nemmeno nella sua "vita normale".


    Combattere? Tipo "destro destro sinistro"?


    Disse mimando la classica combinazione da pugile con fare scherzoso.
    Non si era mai interessata agli sport di combattimento, né tantomeno aveva partecipato a qualche rissa: era sempre stata quel tipo di persona che preferiva ferire con la lingua piuttosto che con le mani. Per questo motivo non sapeva assolutamente da dove cominciare: pugni? Calci? Cominciò a girare intorno al manichino con aria confusa: era fermo e non opponeva resistenza, non sembrava un grande avversario per testare le sue capacità.


    IIYAH! HA! ORAORAORA!

    Kate non aveva la più pallida idea di cosa stessa facendo; aveva iniziato a colpire il manichino seguendo i peggiori cliché dei film di arti marziali cinesi che aveva visto qualche volta in tv, gridando cose sconclusionate per aumentare la propria autostima. Quello che stava facendo non aveva senso e onestamente dimostrava tutta la sua inesperienza dato che non sarebbe durata un secondo contro un veterano, però dalla sua aveva un'eccellente coordinazione e un innato senso dell'equilibrio che le permetteva di colpire forte e preciso. Cioè, forte e preciso rispetto a una persona comune, ma i professionisti avevano standard ben più alti come dice il meme.
    In effetti, più andava avanti e più si vergognava di quanto le sue prestazioni facessero schifo, se paragonate ai risultati eccellenti che era abituata ad ottenere. Si fermò dopo un poco, sospirando un po' per la stanchezza un po' per la delusione. Anche se da un lato non dimostrarsi utile poteva essere un incentivo per essere lasciata in pace dalla mafia, dall'altro le dava ancora più fastidio non essere all'altezza delle aspettative. Ancora una volta, cercò lo sguardo del dottore per sapere se continuare o, come sperava, fermarsi e magari avere delle spiegazioni.


    Edited by _Crystal - 2/12/2019, 14:08
     
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    l'anziano guardò la scena in tutta la sua interità e non potè fare altro che guardare leggermente divertito la ragazza. La sua espressione preoccupata venne momentaneamente interrotta e quando la donna finì il suo "sparring" il medico fece segno di avvicinarsi e di sedersi.
    Gli consegnò la cartella facendo un occhiolino quasi come se stesse condividendo un segreto che non poteva sapere.

    L'avevo detto a quei trogloditi che non sei ancora pronta ma a quando pare a loro non va bene

    Sulla cartella erano riportati, insieme a vari test di tipo medico, anche una lettera o meglio un memo con riportato il logo della famiglia Varia. Erano poche parole ma sembravano decisamente poco accogglienti.

    " Il paziente dovrà essere Dislocato nella sede varia più vicino una volta che le sue condizioni fisiche, mentali e di combattimento saranno ritenute adatte al campo di battaglia"

    Il medico fece quindi per alzarsi, questa volta con fare più calmo lasciando il tempo alla ragazza di leggere quello che voleva dalla cartella clinica. L'uomo nel frattempo si avvicinò al manichino per osservarne i danni creati dalla donna e dopo alcuni secondi di ispezione lo trascinò nuovamente verso il suo polveroso angolino.

    La forza non ti manca questo è certo, ma non hai nessun tipo di preparazione o conoscenza sul come usare le tue "armi". I miei doveri mi obbligano a rispettare gli ordini dei miei superiori... mi dispiace ragazza mia ma dovraì impegnarti per rispettare le condizioni del tuo patto. Forza è tempo che tu "impari" ad usarle

    e con fare veloce si apprestò a prendere la cartella dalle mani della giovane facendo segno di seguirla fuori dalla sala. I due iniziarono a percorrere i corridoi completamente bianchi dietro di loro, in lontananza la ragaza poteva vedere una gran quantità di persone sciamare per i corridoi.

    Siamo quasi arrivati

    Il medico la condusse attraverso una fitta rete di corridoi affollati, fin quando non giunsero davanti all'ennesima porta indistinguibile da tutte le altre, fece quindi per girarsi verso la ragazza e con un sorriso forzato e di conforto fece segno di entrare.

    Benissimo, quello che vedrai qua dentro potrà sembrarti strano ma non darci troppo peso, sappì che io ti terrò d'occhio dalla sala controllo quindi non devi temere nulla ok?
     
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    Kate non capiva. O forse non voleva capire. O forse aveva già capito ma non voleva accettarlo. Poteva capire che i Varia l'avessero salvata su richiesta del suo amico, data la sua posizione nella Famiglia, ma le avevano offerto una nuova vita in cambio di... cosa? Cosa volevano da lei?
    Il dottore aveva deciso di approfondire l'argomento finalmente, mostrandole la sua cartella clinica. Volevano che combattesse; più nello specifico, desideravano che imparasse a combattere dato che non ne era capace.
    Disse che le sue protesi erano delle armi... e che avrebbe dovuto tenere fede alla sua parte del patto. Non aveva molta scelta, e si lasciò guidare dall'uomo attraverso alcuni corridoi in silenzio. Notò che sembravano esserci in giro molte più persone del solito, una cosa a cui Kate non era abituata. Probabilmente si trovavano in una parte della struttura che non aveva mai visitato durante la sua degenza, ovvero da cui era stata tenuta lontano. Ma credeva -o temeva- che ben presto ne avrebbe scoperto il motivo.


    Rassegnata, stava entrando nella porta che il dottore le aveva indicato quando l'ultima frase le fece drizzare le orecchie. Strano.. in che sens- la porta si chiuse dietro di lei senza darle troppe spiegazioni. La ragazza ne approfittò per guardarsi intorno: si trovava in una stanza apparentemente spoglia, ma dalle pareti tutt'altro che vuote. Infatti erano presenti molti proiettori, che le davano una sgradevole sensazione di essere osservata senza sapere chi ci fosse dall'altra parte. Si sentiva quasi in gabbia, come un animale allo zoo, o un esperimento sotto osservazione... e forse non ci era andata troppo lontano con questa intuizione.
    Così si rivolse a chi, invisibile, era dietro lo schermo parlando un po' all'aria mentre si girava intorno per paura di essere colta di sorpresa da qualcosa.
    Ehi, dove siamo? E cosa ci dovrei fare io qui?
     
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    Una luce bianca illuminò la stanza rivelandone lo stato ed il colore particolarmente sterile, tutto intorno alla ragazza era di un bianco candido e quasi accecante, fatta eccezione per delle telecamere e per degli strani proiettori di colore corvino; un vero pugno nell'occhio rispetto a tutto quel bianco.
    L'unico mobile presente nella stanza era un tavolo bianco in ferro e su di esso era poggiato quello che sembrava un semplicissimo visore per la realtà virtuale che erano diventati tanto comuni negli anni.

    Ragazza mi senti? bene è tempo di iniziare, ma prima una spiegazione

    La voce del dottore eccheggiò in tutta la stanza e dopo alcuni colpi di tosse di quest'ultimo le luci iniziarono a cambiare colore in un rosso molto innaturale, simile a quello presente nelle camere oscure dei fotografi.

    Grazie all'aiuto dei Vongola i Varia hanno avuto accesso ad alcuni strumenti per sviluppare le capacità di combattimento di una persona in totale sicurezza e senza nessun rischio. hmm... immagina come se fosse come in quel film della realtà virtuale! martrixx o come si chiama!

    l'uomo tossì ancora una volta leggermente imbarazzato per poi continuare

    Il punto è che qui dentro potrai allenarti senza nessun tipo di rischio sul tuo fisico e potrai imparare a difenderti dal mondo che ti aspetta lì fuori! davanti a te dovrebbe esserci un visore, indossalo e potremmo dare il via all'allenamento.

    La luce della stanza si fece sempre più innaturale mentre i proiettori iniziarono a trasmettere una luce verdognola e allo stesso tempo violastra sulla ragazza e su tutte le pareti della stanza.
    Una voce metallica ed innaturale iniziò quindi a fare una sorta di conto alla rovescia

    Sessione di allenamento numero #1.
    Soggetto N25
    Utilizzo di forza letale: Disattivato
    Ghosting dei movimenti: Attivato
    Materializzazione del dummy d'allenamento... 100%
    Inizio sessione in 3...2...1
     
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    Con un aria piuttosto sospettosa, Kate si avvicinò al visore sul tavolo e se lo rigirò un attimo tra le mani. A giudicare dalla sua espressione, si aspettava che la mordesse da un momento dall'altro, e il fatto che il dottore fosse rimasto all'esterno della stanza -come se non volesse entrare per qualche motivo- non la rassicurava per niente.
    E poi le sue parole... troppi accenni ad un allenamento "in totale sicurezza e senza alcun rischio". C'era davvero bisogno di specificarlo con tutta questa enfasi?
    Le luci nella stanza cominciarono a cambiare lentamente, gettando ombre dai vari colori sulle pareti bianche, e i proiettori iniziarono ad attivarsi, mentre l'anziano medico cercava di spiegare a Kate che cosa sarebbe successo di lì a poco.


    Quindi più o meno è come essere dentro un videogioco, eh? Beh, c'è sempre una prima volta.


    Fino a quel momento, i videogiochi erano stati off-limits per la giovane Kate: per una ragazza come lei, che aveva sempre puntato all'eccellenza in ogni campo, da quello sportivo a quello scolastico, i giochi non erano altro che perdite di tempo... forse era un nuovo inizio anche in questo campo? Era tutto nuovo per lei, del resto.
    All'improvviso, la voce dell'uomo venne rimpiazzata da un annuncio robotico che scandiva alcuni parametri di inizializzazione. Insicura, ma anche elettrizzata e incuriosita, la ragazza afferrò il visore tra le mani d'acciaio e lo indossò, aspettando di vedere cosa sarebbe successo.


    Ok, ci sono... cominciamo!
     
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